«La Svizzera è in ritardo nella diffusione del 5G»
Anche la mozione emendata del gruppo parlamentare PLR, che chiede migliori condizioni quadro per la diffusione del 5G, è stata adottata dal Consiglio Nazionale. Il Consiglio Federale è tenuto a garantire e promuovere le misure necessarie per l'espansione del 5G.
Intervista con Christian Wasserfallen
Consigliere Nazionale e ambasciatore di CHANCE5G e portavoce ufficiale del Parlamento sulla Mozione
Il Consiglio nazionale ha adottato la mozione “Rete di radiocomunicazione mobile. Creare ora condizioni quadro per una rapida realizzazione" (20.3237) con 121 voti favorevoli, 43 contrari e 11 astensioni. La camera bassa segue quindi il Consiglio agli Stati, il che significa che la mozione è stata accettata. La palla passa ora al Consiglio Federale, che è chiamato a prendere le misure e le decisioni necessarie per consentire l'introduzione della quinta generazione della rete di radiocomunicazione mobile (5G). Inoltre, il Consiglio Federale, insieme agli operatori del settore, dovrà informare adeguatamente il pubblico sul 5G.
Il Consiglio nazionale aveva già adottato questa mozione una volta nel 2021. La Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio degli Stati (CTT-S) aveva precisato preliminarmente il testo della mozione. Dopo vari chiarimenti aggiuntivi relativi alle radiazioni non ionizzanti, la Commissione è giunta alla conclusione che è essenziale procedere con l'introduzione del 5G. Ma per tenere conto delle preoccupazioni della popolazione, l'ulteriore sviluppo dovrebbe avvenire senza un aumento degli attuali valori limite precauzionali. L'intera Camera bassa ha seguito la mozione su questo punto.
In questo contesto bisogna rimarcare che la Svizzera ha sempre tenuto conto dei problemi di salute legati alla telefonia mobile. La Svizzera segue un rigoroso principio di precauzione aggiuntivo per quanto riguarda i limiti di installazione. In un confronto internazionale, il limite di installazione è circa dieci volte inferiore alla raccomandazione della Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (ICNIRP), a quella degli Stati Uniti e a quella dei paesi confinanti, Germania, Francia e Austria.