Nell’arco lemanico, economia e istituti universitari hanno bisogno del 5G per continuare ad innovare
In Svizzera, CHANCE5G dispone di cinque punti di contatto che si impegnano a favore del 5G nella loro regione e intrattengono un dialogo basato sui fatti. In una serie di interviste, alcune personalità spiegano come si presenta lo sviluppo del 5G nella loro regione, dove si situano i punti nevralgici e quali sono le loro priorità. Claudine Amstein, direttrice della Camera vodese del commercio e dell’industria (CVCI) e ambasciatrice di CHANCE5G, spiega la situazione nella Svizzera romanda.
Lei si impegna nell’ambito di CHANCE5G, a favore del 5G. Come valuta la situazione nel suo cantone in questo dossier?
In terra vodese lo sviluppo del 5G avanza troppo lentamente. A seguito della moratoria su ogni nuova antenna introdotta dal Consiglio di Stato dal 2019 al 2021, il canton Vaud ha un ritardo considerevole in questo settore, ciò che è dannoso per l’economia che ripone grandi speranze in questa tecnologia. All’inizio di novembre, secondo le cifre dell’Ufficio federale delle telecomunicazioni (UFCOM), il nostro paese contava quasi 6650 antenne. Secondo gli operatori questa cifra è insufficiente, poiché per introdurre il 5G a piena potenza in tutto il paese sono necessarie 30'000 antenne.
Dall’inizio dell’anno, sono state attivate circa 1650 nuove antenne. Si tratta essenzialmente di antenne 4G trasformate in 5G, con lo scopo di evitare le opposizioni. A titolo d’esempio, il canton Giura conta 10,6 antenne 5G per 10’000 abitanti, mentre Vaud ne conta solo 7,2. Occorre ora andare avanti per dotare il nostro paese di una rete mobile efficiente che permetta all’economia di sviluppare il suo know how. Occorre assolutamente evitare la congestione della rete.
Vi sono delle moratorie cantonali nei cantoni di Vaud e Ginevra, e richieste di moratorie dei cantoni romandi sono andate fino al Parlamento federale (e respinte): la Svizzera romanda è forse più scettica del resto della Svizzera? Come si spiega questo?
I fatti mostrano effettivamente che i Romandi sembrano più sensibili nei confronti della problematica delle onde rispetto agli Svizzero tedeschi. Lo scorso dicembre, nel Parlamento federale, i Consiglieri agli Stati hanno bocciato l’idea di dare seguito a tre iniziative dei cantoni di Ginevra, del Giura e di Neuchâtel. Queste ultime chiedevano di stabilire una moratoria nell’attesa di una visione globale dell’esposizione della popolazione alle radiazioni. Queste tre iniziative sono state respinte anche dal Consiglio nazionale in occasione della sessione primaverile che si è appena conclusa.
Nel 2019, un sondaggio effettuato da «L’Illustré» presso i suoi lettori ha mostrato che il 5G fa paura agli Svizzeri, in particolare ai Romandi. Il 60% di questi ultimi era contrario o piuttosto contrario, contro il 37% degli Svizzero tedeschi. Il 65% dei Romandi interrogati temevano che il 5G influisse sulla loro salute, contro il 51% nella Svizzera tedesca. Le donne sono particolarmente scettiche. Difficile trovare una spiegazione a questo «Röstigraben» digitale. Mi sembra però che considerando gli studi che dimostrano che questa tecnologia non è pericolosa per la salute, gli scettici finiscono col comprendere gli atout che questa tecnologia offre.
Il clima è ora più disteso?
I progetti pilota ordinati dal canton Vaud durante la moratoria hanno potuto essere conclusi su due degli impianti utilizzati per il test. Il rapporto di valutazione mostra che il metodo di misurazione dei valori limite messo a disposizione dalla Confederazione è «adattato per un controllo sul campo e fornisce risultati utilizzabili», come ha indicato il canton Vaud nell’autunno 2021.
Ovviamente rimarranno sempre dei cittadini fermamente contrari al 5G che sarà impossibile convincere. Ritengo però che lo scetticismo cederà prima o poi il posto alla ragione.
Il canton Ginevra è stato per molto tempo molto restrittivo verso il 5G, e ora sembra più progressista rispetto al canton Vaud su questo tema. Come lo si spiega? E il canton Vaud seguirà questa tendenza?
Le autorità vodesi si sono schierate dietro il principio di precauzione alfine di assicurarsi che il 5G non rappresentasse un pericolo per la salute, ciò che può essere compreso da parte di una collettività pubblica. Comunque nessuno studio ha dimostrato la pericolosità delle onde diffuse dalle antenne. I test ai quali le installazioni, in particolare quelle vodesi, sono state sottoposte, dimostrano che non esiste un reale pericolo per l’essere umano. Oggi, secondo il rapporto federale «Il cancro in Svizzera», nessun fattore ambientale o comportamentale è stato identificato come fattore di rischio per i tumori al cervello e del sistema nervoso centrale. Nessun legame ha potuto essere dimostrato con l’esposizione ai campi elettromagnetici. Alla luce dei numerosi studi internazionali realizzati, ciò concerne anche l’utilizzo di telefoni mobili. Questi fatti permetteranno di progredire in questo dossier essenziale per la nostra economia, anche nel canton Vaud.
Cosa bisognerebbe fare per accelerare lo sviluppo del 5G nell’Arco lemanico?
Secondo un’analisi della RTS risalente allo scorso mese di novembre, nonostante i movimenti d’opposizione che si osservano qua e là, sono ormai state installate in quasi tre comuni su quattro in Svizzera delle antenne 5G. Gli operatori sono pronti ad investire per recuperare il ritardo che la Svizzera ha accumulato. La Confederazione deve continuare a puntare su questa tecnologia e i cantoni astenersi dall’intervenire, tanto più che questo settore è di competenza federale.
Perché il 5G è importante per la Svizzera romanda e l’Arco lemanico in particolare, e in cosa la regione ne beneficerebbe?
L’economia dell’arco lemanico, particolarmente orientata alla digitalizzazione e all’innovazione, attende con impazienza lo sviluppo di una tecnologia indispensabile per ampliare l’Internet delle cose e le numerose innovazioni promettenti che permettono, in particolare, di realizzare importanti risparmi energetici. È essenziale una connessione senza fili stabile e sicura con tempi di latenza brevi.
Siamo fieri dei nostri istituti universitari, ma essi hanno bisogno del 5G per continuare ad innovare, come pure il settore sanitario, che beneficia di nuovi mezzi tecnologici che richiedono il ricorso alla 5a generazione di telefonia mobile. Il 5G offre opportunità nel settore industriale (sviluppo di nuove applicazioni per aumentare la produttività, migliorare la pianificazione delle risorse o rendere più efficienti i processi di produzione), della salute (trasmissione in tempo reale dei dati vitali, telesorveglianza sanitaria), dell’energia (sorveglianza e prevedibilità dei flussi delle energie rinnovabili, regolazione dei sistemi di riscaldamento, degli stores o della climatizzazione), ecc.
L’aumento della produttività indotta dal 5G consoliderà inoltre la posizione delle imprese svizzere di fronte a una concorrenza internazionale feroce. Essa permetterà all’industria del nostro paese di restare competitiva nel confronto internazionale. Alcune società potranno così rimanere in Svizzera mentre altre verranno ad insediarsi qui.
I comuni sono in prima linea in questo dossier. Quale sostegno bisognerebbe fornire loro?
A seguito delle reticenze di una parte della popolazione, il Consiglio federale ha incaricato l’Ufficio federale dell’ambiente di elaborare un aiuto all’esecuzione relativa alle antenne adattive, nel dicembre 2021. Il documento serve alle autorità che concedono i permessi per calcolare le radiazioni di queste antenne. Nello scorso mese di dicembre, il Consiglio federale ha deciso di iscrivere alcuni elementi di questo aiuto nell’ordinanza sulla protezione contro le radiazioni non ionizzanti (ORNI). In questa maniera, la Confederazione permette di accelerare le cose. Le collettività pubbliche dispongono ora di uno strumento che permetterà agli operatori di sviluppare più facilmente la loro rete 5G. Il rovescio della medaglia è che per continuare a rispettare i valori limite prescritti dall’ORNI, questi ultimi dovranno installare diverse migliaia di antenne supplementari.
Per il resto, ritengo necessario avere una migliore comunicazione con i comuni sui vantaggi in materia di risparmio energetico e di informare bene la popolazione sulla posta in gioco legata al 5G.
Quale pregiudizio sul 5G le piacerebbe dissipare?
Un certo numero di persone ritiene che il 5G sia superfluo e che il 4G basti ampiamente per il loro uso. Il fatto è che le reti attuali sono sature: per far fronte alla domanda crescente dell’economia e – anche – dei privati (la popolazione aumenta costantemente), l’utilizzo del 5G è indispensabile. Esso è già ora molto più rapido del 4G. È la società nel suo insieme che beneficerà di questo progresso tecnologico.
Quale sarebbe un’applicazione concreta del 5G assolutamente indispensabile secondo lei?
Il 5G è indispensabile per permettere alle zone a debole densità di popolazione, dove la connessione con fibra ottica non è possibile o troppo costosa, di avere accesso ad una rete Internet altamente efficiente. La frattura digitale tra la città e la campagna sarebbe così ridotta. L’innovazione non concerne soltanto i grandi centri. Anche il telelavoro ne risulterebbe facilitato. Le località e i villaggi più discosti diventerebbero luoghi di lavoro ideali, ciò che permetterebbe di frenare l’esodo rurale e di attirare nuovi abitanti.
Claudine Amstein, ambasciatrice di CHANCE5G
Claudine Amstein è direttrice della Camera vodese del commercio e dell’industria (CVCI). In qualità di ambasciatrice di CHANCE5G, essa si impegna per un utilizzo globale del 5G nella Svizzera romanda e incentiva gli utenti a considerare i vantaggi del 5G per la società. Essa attende con impazienza la diffusione di questa tecnologia indispensabile, in particolare, per lo sviluppo dell’Internet delle cose e di numerose innovazioni promettenti nell’ambito dei risparmi energetici.
Thibault Castioni: responsabile della base di CHANCE5G per la regione della Svizzera romanda
Thibault Castioni è responsabile del punto di contatto di CHANCE5G nella regione della Svizzera romanda. Mette in rete i vari partner interessati e osserva da vicino l’evoluzione degli umori rispetto al 5G. Si assicura che il dialogo sia basato su fatti e non su preconcetti.